L’ape nera sicula

gennaio 21st, 2016 food

Non è vero che tutte le api sono gialle e nere. La livrea che normalmente associamo all’ape è in realtà tipica della ape ligustica, l’ape più diffusa in Italia.

Esistono api scure, grigie o anche nerissime, proprio come l’ape nera sicula (Apis mellifera siciliana). Ha l’addome scurissimo e una peluria giallastra e le ali sono più piccole. Ha popolato per millenni la Sicilia e poi è stata abbandonata negli anni ’70 quando gli apicoltori siciliani sostituirono i bugni di legno di ferula e iniziarono a importare api ligustiche dal nord Italia. L’ape sicula rischiò in quegli anni la totale estinzione, evitata grazie agli studi e alle ricerche di un entomologo siciliano, Pietro Genduso, che trasmise questa passione a uno studente, Carlo Amodeo, tuttora l’unico l’allevatore di api regine siciliane pure iscritto al registro nazionale. Gli ultimi bugni di api nere sicule furono ritrovati in un baglio di Carini dove un vecchio massaro apicoltore produceva miele con quel sistema antico. I bugni contenevano alcune famiglie di api che Carlo Amodeo conservò in isolamento sulle isole di Vulcano e Filicudi. E’ molto docile, tanto che non servono maschere nelle operazioni di smielatura, è molto produttiva – anche a temperature elevate, oltre i 40° quando le altre api si bloccano – e sopporta bene gli sbalzi di temperatura. La nera sicula inoltre sviluppa precocemente la covata, tra dicembre e gennaio, evitando quindi il blocco della covata invernale comune alle altre specie, e consuma meno miele delle altre api.

Nella cucina di Terracotta utilizziamo il miele di ape nera oltre che di sulla, di timo, di eucalipto o millefiori per tutte le nostre marinature, nella caramellizzazione o nell’agrodolce.
Siamo partner nel progetto della cooperativa Al-Kharub per il reinserimento della specie nella Valle dei Templi di Agrigento.

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